Dice il Webster, indiscussa autorità di lingua inglese, che un sentimento è un giudizio, un pensiero, un’attitudine promosso dall’emozione o dai sensi (feeling, sensibilità), una predilezione, un’idea colorata di emozioni. E’ il filosofo inglese David Hume (1711-1776) a sostenere che è la sensibilità e non il pensiero a farci sapere che un oggetto è bello. È un verdetto in parte nuovo nella storia del pensiero, dice Hume che il sentimento del bello come altri sentimenti, anche negativi, la paura o la rabbia, è un sentimento immediato che non coinvolge l’Interposizione delle idee. Dice che quando esercitiamo un sentimento possiamo giudicare in due modi attraverso il nostro interesse soggettivo e momentaneo, e questo produce spesso falsi giudizi, o possiamo sforzarci di assumere un atteggiamento comprensivo degli interessi generali. Se io guardo la nuova casa di un conoscente con un moto di invidia del tutto soggettivo questo può interferire con il mio sentimento della bellezza, un’atteggiamento più riflessiva mi permette invece di apprezzare meglio la costruzione e il progetto. È in questo contesto (On the Standard of Taste, Of Tragedy, saggi scritti attorno al 1754) che Hume usa più volte la locuzione sentiment of beauty. Questo testi sono generalmente considerati le basi della concezione estetica del filosofo inglese che è il primo a definire la bellezza come un sentimento. Nel Treatise of Human Nature (1739), di molto precedente, e considerato una delle sue opere maggiori, dove fa l’esempio della casa, dice anche che “la bellezza non è nient’altro che una forma che produce un particolare piacere” e che “se la bellezza è un sentimento, possiamo capirlo meglio considerando il sentimento che gli oggetti belli producono. La bellezza di Omero, ad esempio, risulta dal fatto che egli è naturalmente capace, nonostante i molti cambi di clima, governo, religione e linguaggi, di sollecitare in noi sorprendenti sentimenti. Piaceva ieri ad Atene e Roma piace oggi a Londra e a Parigi”. L’idea che il bello appartenga al sentimento, sia una forma umana che attiene al giudizio e alla condivisione di pochi o di molti è un pensiero profondo e nuovo che apre la strada a nuove forme di invenzione estetica. Supera ogni discussione sulla oggettività del bello e ci porta ai suoi versi più famosi che vengono dalla Regola del Gusto (On the Standard of Taste): la bellezza delle cose esiste solo nella mente di chi le osserva.
Immagine di copertina
Apparato statuario di Villa Mansi, Lucca. Dettaglio.